SUCRE
Gianfranco Mazza
16/05 – 19/05/2017
(Family Matters)
Sucre si compone di un’architettura semplice, geometrica, che rimanda a forme prime dove un gioco infinito di dentro-fuori rende l’opera tutt’altro che conclusa. Una precarietà formale che ci persuade a fare un passo dentro l’opera. La quarta parete viene abbattuta. L’illusione non esiste. Viene vissuta come un qualcosa di reale, le opere si muovono, danzano, assecondano lo spettatore. Nella serie di lavori presentati sembra ovvia l’intenzione di creare dei vuoti, sottraendo frammenti alla materia e creando un illusione spaziale, geometrie inventate, minimali, aperte verso lo spazio dell’ambiente o costruite all’intero dello spazio dell’opera.
Gli oggetti non accettano piu il loro miserabile ruolo di statici utensili. Sucre e’ impazienza, ansia, irrefrenabile voglia di emancipazione.
(Sucre, aprile 2017)